FOLA
Nel significato ambiguo di favola e frottola, FOLA crea spazi di fraintendimento: racconta la beata illusione e la tremenda bugia. La performance fa entrare la natura nello spazio, esalta rumori, crea illusioni, tutto si inserisce e nasconde nello scorrere del tempo performativo generando un ambiente sonoro e visivo di lunghe pause e improvvise apparizioni.
In FOLA, il gesto viene isolato dal suo contesto. Le azioni della performer lasciano intendere che stiano accadendo in un luogo privato specifico, ma intorno non c’è nulla, la scena è volutamente vuota, lasciando spazio di visualizzazione allo spettatore.
Lo spettatore si troverà a essere ora osservatore di figure a lui familiari, in cui forse identificarsi, ora testimone involontario dell’intimità di qualcun’ altro.
CREDITS
di e con: Miranda Secondari
sound design: Nicola Ratti
costume: Anna Vedovelli
con il sostegno di: Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze.