Miranda Secondari
GHERMINELLA
GHERMINELLA è una pratica coreografica, un lavoro sul suono e sulla voce confusa.GHERMINELLA - marachella, inganno - è una parola che deriva da un gioco di mano in cui veniva fatta sparire e riapparire una cordicella da una bacchetta. Così anche la performance si compone di elementi - suoni, voci, immagini e gesti - che appaiono e scompaiono lungo il dispiegamento della maglia coreografica costituita da movimenti lenti e precisi, con l’intenzione di ingannare e confondere lo spettatore. La voce è qui intesa come una voce confusa, non scrivibile, in cui non vengono pronunciate parole significanti ma onomatopee, mormorii, fischi, clic, ecc. in cui lingua, labbra e faringe, come il resto del corpo, si contraggono e si muovono creando qualcosa di più simile a un rumore che a una voce articolata. A supportare il lavoro della performer e a confondersi con essa c’è il suono del musicista e sound designer Nicola Ratti, che non si costituisce di elementi narrativi ma è orientato verso suoni la cui fonte originaria rimane ambigua, grazie a un sistema di diffusione musicale disposto nello spazio.
GHERMINELLA è l’inganno fatto con astuzia, è la voce interiore che si manifesta attraverso il sogno e l’allucinazione; è la dimensione tra il conscio e l’inconscio; è lo scherzo che la mente gioca nel sonno ponendoci di fronte a un pensiero che si fa immagine che ci tocca per poi svanire; è il luogo dell’espressione identitaria che si manifesta senza condizioni, in forma di racconto surreale.
La performance non narra uno specifico sogno e non crea un ambiente “sognante” ma parla al sogno come metodologia, come una forma visiva di pensiero in cui formulare un’esperienza estetica, dove la confusione tra voce e suono è "tipica di un pensiero mistico e arcaico" *.
*Vittorio Cuomo, "Le parole della voce. Lineamenti di una filosofia della phonè", Edisud Salerno, 1998.
di e con: Miranda Secondari e Nicola Ratti
ideazione e coreografia: Miranda Secondari
sound design: Nicola Ratti
con il sostegno di: MAD| Murate Art District di Firenze; spazioK _ Kinkaleri.
La Testiera del letto
di Miranda Secondariediting Nicolò Porcelluzzi
con il sostegno di Workspace Ricerca X
© Antonio Demma | Galleria T293 di Roma | Teaser on ︎
© Daniele Signaroldi | XNL Piacenza
Teaser on ︎
L’assente
La figura de “L’assente” in piedi, guarda ma non vede, sbatte le palpebre;
a terra sospende porzioni di corpo; si sposta nello spazio, attimi di latenza, poi:
echi, fischi, sussurri, parole senza voce, movimenti, gesti, frammenti di gesto che rompono lo stato di sospensione e ancora stare,
stare nel “silenzio”
in ascolto del suono o del rumore che risuona nella galleria,
come elemento fenomenico, improvviso o continuativo,
il tossire,
il tacco sul pavimento,
il bisbigliare dello spettatore,
l’aria condizionata...
“L’assente” appare assorta ma in realtà, come in uno stato ipnagogico, tutto lo spazio attorno entra nel suo campo ottico e sotto la pelle.
Forse “L’assente” è solo stanca.
a terra sospende porzioni di corpo; si sposta nello spazio, attimi di latenza, poi:
echi, fischi, sussurri, parole senza voce, movimenti, gesti, frammenti di gesto che rompono lo stato di sospensione e ancora stare,
stare nel “silenzio”
in ascolto del suono o del rumore che risuona nella galleria,
come elemento fenomenico, improvviso o continuativo,
il tossire,
il tacco sul pavimento,
il bisbigliare dello spettatore,
l’aria condizionata...
“L’assente” appare assorta ma in realtà, come in uno stato ipnagogico, tutto lo spazio attorno entra nel suo campo ottico e sotto la pelle.
Forse “L’assente” è solo stanca.
prodotto da Galleria T293, Roma
Presentato presso la Galleria T293 di Roma e il centro culturale XNL di Piacenza.
FOLA
Nel significato ambiguo di favola e frottola, FOLA crea spazi di fraintendimento: racconta la beata illusione e la tremenda bugia. La performance fa entrare la natura nello spazio, esalta rumori, crea illusioni, tutto si inserisce e nasconde nello scorrere del tempo performativo generando un ambiente sonoro e visivo di lunghe pause e improvvise apparizioni.
In FOLA, il gesto viene isolato dal suo contesto. Le azioni della performer lasciano intendere che stiano accadendo in un luogo privato specifico, ma intorno non c’è nulla, la scena è volutamente vuota, lasciando spazio di visualizzazione allo spettatore.
Lo spettatore si troverà a essere ora osservatore di figure a lui familiari, in cui forse identificarsi, ora testimone involontario dell’intimità di qualcun’ altro.
CREDITS
di e con: Miranda Secondari
sound design: Nicola Ratti
costume: Anna Vedovelli
con il sostegno di: Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze.